Addio a Gregorio, libraio con l’anima

Leggendo le pagine bolognesi di Repubblica (di seguito l’articolo molto bello di Varesi) apprendo con tristezza che si è spento il libraio delle Moline. Chi a Bologna vive o ha vissuto o, come chi scrive, studiato, sarà forse capitato in quella straordinaria e piccola libreria incastonata nel cuore della cittadella universitaria. A me capitò più volte nella prima metà degli anni Novanta, e ogni volta che vi entravo mi sembrava che il tempo si fermasse. Tra una lezione e l’altra mi rifugiavo in quella piccola miniera alla ricerca di una vecchia edizione di qualche volume introvabile, o di qualche testo che mi era stato segnalato da compagni di studi. A volte non conoscevo nemmeno l’autore e avevo solo poche informazioni di carattere generale, eppure il libraio mi guidava con sicurezza tra i corridoi stretti, creati da pile di libri, fino all’angolo dove si nascondeva una copia del volume che cercavo (non di rado anche scontata). Aveva baffi ottocenteschi e un accento straniero che lo rendevano ancora più curioso, solo successivamente seppi delle sue origini e della fuga dalla Grecia dei colonnelli. Ogni volta mi sorprendeva perché sembrava conoscere tutti i libri che coprivano ogni centimetro quadrato di quella piccola ma preziosa libreria, resa accogliente da una riposante musica di sottofondo (qualche pezzo jazz alternato ad un po’ di classica) e dalla flemma del titolare. Lo avevo soprannominato ‘quarta di copertina’, ma poi compresi che egli era andato ben oltre la lettura della scheda del libro, e bastava un attimo per rendersi conto della sua immensa cultura. Mi sono chiesto ad un certo punto se non avesse letto tutte quelle migliaia di libri che lo circondavano.
Solo adesso, nel momento che lascia questa terra, scopro che si chiamava Gregorio, anzi Grigorios.
Addio e grazie di tutto. Questa sera, prima di addormentarmi, aprirò un libro pensando a lui e lo leggerò in sua memoria.
GT

Addio a Gregorio, libraio con l´anima, di VALERIO VARESI da La Repubblica Edizione di Bologna del 10 aprile 2011
In via delle Moline Kapsomenos aveva creato un giacimento di testi introvabili
Era fuggito dalla Grecia dei colonnelli. Si è spento venerdì a 64 anni. Sarà sua moglie Marta ora a continuare l´attività

Bastava citare un argomento o un autore per mettere in moto quel prodigioso catalogo che custodiva nella sua testa con proverbiale memoria. Poi scattava da uno scaffale all´altro della libreria di via delle Moline pescando volumi e raccontandoteli con brevi, precise recensioni meglio della quarta di copertina. Grigorios Kapsomenos, per gli amici bolognesi semplicemente Gregorio, era così: un mirabile concentrato di cultura umanistica e conoscenza editoriale che ne facevano un personaggio unico fra gli ultimi librai indipendenti di Bologna. La sua morte, ieri a 64 anni dopo una lunga malattia, crea un grande vuoto nel mondo culturale cittadino. Attraverso la vetrina sotto i portici, in quel passaggio quasi obbligato verso la cittadella universitaria, dialogava ogni mattina con studenti e professori delle facoltà umanistiche per i quali la libreria era diventata negli anni un giacimento di testi altrove introvabili nel quotidiano turbinare di novità e best sellers. Favoriva con cura artigianale gli «accoppiamenti giudiziosi» tra l´interesse culturale e la disponibilità di opere. Un´arte che aveva imparato negli anni ´60, nel forzato esilio in Italia dalla sua Grecia afflitta dal regime dei colonnelli in cui non c´era più posto per un libertario antifascista come lui.
La cultura era la sua vocazione inseguita con caparbietà da libraio ambulante zaino in spalla casa per casa. Un pioniere che sceglieva i titoli da vendere esaminandoli col rigore della lettura in un quotidiano setaccio. E se un´opera veniva considerata meritevole, era riprodotta in fotocopia e distribuita sopperendo alle manchevolezze di un´editoria ormai industria sempre meno culturale. Poi, da nomade del libro, Gregorio era diventato stanziale aprendo la libreria in via delle Moline, prima in prossimità di via Belle arti e poi, dagli anni ´80, nel luogo in cui si trova ancora adesso. Libreria, ora mandata avanti dalla moglie Marta, dalla quale Gregorio non si era mai separato rinunciando persino alle vacanze. Da gennaio il male l´aveva costretto alla ritirata. In una sera fredda ha abbassato la saracinesca sapendo che non sarebbe più tornato tra i suoi amati libri.

Informazioni su QuintoStato

Corro, leggo, scrivo, racconto. Negli anni ho svolto un percorso che ha intrecciato attività politica, professionale, didattica e di ricerca. Laureato nel 1997 in Storia contemporanea a Bologna, ho conseguito successivamente il dottorato in Storia Costituzionale e Amministrativa presso l’ateneo di Pavia e svolto attività di ricerca per l’Università di Modena e Reggio Emilia. Ho pubblicato sei monografie, curato volumi, mostre e allestimenti museali sulla storia del Novecento e pubblicato una ventina di saggi e articoli su riviste scientifiche e annali di storia contemporanea. Sono autore di spettacoli teatrali e history telling. Sono dipendente della Regione Emilia-Romagna.
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20 risposte a Addio a Gregorio, libraio con l’anima

  1. gian felice corsini ha detto:

    L’articolo è eccellente. Ti sei dimenticato solo del suo sorriso che era bellissimo.

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  2. gian andrea franchi ha detto:

    E’ come se fose scomparsa una parte di me, della mia vita a Bologmna. Andrea Franchi

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  3. Dionisi ha detto:

    Addolorato per la scomparsa di un amico, un compagno, un coinquilino degli anni settanta. Con la sua scomparsa , scompare un legame forte con Bologna, una parte della nostra vita, forse la piu’ densa di emozioni.
    Addio.
    Dionisi, Atene.

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  4. Giorgio ha detto:

    Sono stato un suo cliente di lunga data, direi tre decenni, e si era instaurata una reciproca e sorridente stima fra di noi. Addio Gregorio, pezzo d’un’anima bolognese che svanisce sempre più velocemente

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  5. Chiara Sinopoli ha detto:

    Entrati alla Libreria delle Moline,si sarebbe acquistato tutto,oltre che per la ricchezza quanto qualità dei testi esposti,perchè implicitamente convinti dalle conoscenze di Grigorio.Andando alla cassa,poi,se il liquido era insufficiente a fronte dei libri acquistati,accettava, senza remore nè riserve,un assegno,con una fiducia ferma,amando il suo pubblico già dal primo incontro.Come tradire Gregorio?Un’altra anima saggia,buona,ricca da ricordare ogni giorno per colmarne il vuoto.
    Chiara Sinopoli

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  6. Simona ha detto:

    cavolo Gregorio… la città dello Zecchino sarà più piccola e triste senza di te che fin dall’inizio hai dato le tue sale, sgombrate alacramente per far posto a una miriade di faccette minuscole che ascoltavano incantate storie e leggende. Senza mai chiedere un centesimo.

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  7. Roberto ha detto:

    A Imola ci sono finito scappando da Bologna, dove sono nato. Negli ultimi due anni, però, credo di essere stato più volte a Dusseldorf che a Bologna, nonostante sotto le due torri abiti ancora gran parte della mia famiglia. La mia casa, quella in cui mi piacerebbe stare è ora su un Reno molto più ampio. Bologna non la sopporto più, ma quando mi capitava di ritornare non potevo non passare dalla Libreria delle Moline, se all’interno vedevo Gregorio Kapsomenos, il proprietario, entravo e buttavo un’occhiata ai libri. Se era libero provavo a scambiare due chiacchiere. Mi bastava ascoltare la sua voce e vedere come stava perchè i segni della malattia erano evidenti da anni. Lui non sa nemmeno chi sono, eppure per la mia formazione culturale è stato più importante di quasi tutti i docenti della mia facoltà. Nel suo reparto libri usati, insieme ad un amico, abbiamo passato ore a selezionare opere fuori catalogo su cui discutere per notti davanti a un accumulo di bottiglie di birra vuote degne di una stazione ecologica. Le opinioni di Gregorio sui libri erano perentorie ma utilissime. Ma non era solo per questo che si andava alle “Moline”. Ci si andava perchè era un luogo “resistente”, mentre attorno la città perdeva cultura, sentimenti e si riempiva di smog, da Gregorio si poteva tornare a respirare. La zona attorno alla sua libreria era semprè più sporca e degradata, ma lui migliorava gli spazi e consigliava gli studenti, nonostante la malattia. Sua e della città. Ricordo di avere cercato un testo da Feltrinelli dopo che non lo avevo trovato da Gregorio. Il commesso della libreria mi chiese, con tono scettico, chi mi avesse parlato dell’esistenza di quel libro, quando gli risposi “Gregorio delle Moline”, fece sparire ogni forma di scetticismo e si mise a cercarlo per tutta la libreria, fino a trovarlo dove meno se l’aspettava. Se lo aveva detto Gregorio il libro esisteva. Non c’erano dubbi.
    Era la gente come Gregorio, o come Roberto Morgantini, gente che veniva da fuori e si innamorava dell’atmosfera cittadina, a rendere Bologna assolutamente unica. Aperta, colta, ironica e pratica. Ora Gregorio non c’è più e la pessima Cgil bolognese ha scaricato Morgantini. I motivi per recarsi a Bologna sono ridotti al lumicino, molti di più quelli che spingono ad allontanarsi ulteriormente. Ma, per tornare a Gregorio, ripubblico qua la scheda che scrissi nel 2003 per il numero speciale “La meglio gioventù” di “Diario della settimana”. Non gli ho mai detto di averlo scritto io, era un omaggio sincero, non volevo cambiasse atteggiamento nei miei confronti dopo averlo letto. Ora purtroppo, posso “confessarlo”.

    GREGORIO KAPSOMENOS

    Il libraio delle “Moline”. Ha lasciato la Grecia nel 1969 (non gli piacevano i colonnelli), ed è venuto in Italia per studiare ingegneria. Dopo aver svolto attività politica all’interno dei gruppi della comunità greca ha continuato a farla, a modo suo, tra i libri. Nel 1974 molti suoi compagni sono tornati in patria, lui è rimasto, prima lavorando nelle librerie di altri, poi aprendone una sua. E’ probabilmente la massima autorità cittadina per quel che riguarda l’editoria. Non si sa bene come faccia, ma i libri introvabili, fuori catalogo (quelli che anche lui considera validi, magari proprio quelli che si stampavano ai tempi della meglio gioventù) riesce quasi sempre a scovarli. Non è diventato ingegnere, gli manca un esame. Per gli appassionati della “buona lettura” è meglio così.

    (Massimiliano Boschi)

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  8. laura ha detto:

    😦

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  9. Pingback: Grigorios Kapsomenos | YATTARAN

  10. Ingrid ha detto:

    Gregorio mi ha prestato un prezioso libro dei primi anni del ‘900 sulla storia del Giappone, sapendo che non avrei potuto comperarlo, conoscendomi appena.
    L’anno scorso mi ha raccontato che la sua bisnonna è morta a 116 anni. Mi ha rassicurato pensare che avrebbe fatto il libraio fino a cent’anni.
    E invece… Un abbraccio forte a Marta.

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  11. Davide Martinelli ha detto:

    Un maestro e un amico da sempre. Grazie Gregorio.

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  12. Vanessa ha detto:

    Un saluto a Gregorio, se n’è andata con lui un pezzetto della mia vita universitaria, quando mi rifugiavo nella sua libreria, dove gli scaffali non finivano mai, uno dietro l’altro a scomparsa. Quel luogo possedeva una magia unica, il numero dei volumi sembrava tendere all’infinito, ma soprattutto era governato da un’intelligenza artigana e appassionata come quella di Gregori. Sono felice che Marta continui l’impresa, perchè quello è un punto di riferimento importantissimo per gli studenti bolognesi.

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  13. Rosanna ha detto:

    Sono passati anni,da quando sono entrata nella sua libreria (e allora Bologna era altro) ma ricordo bene questo “libraio” appassionato e colto, una persona speciale. Bologna perde qualcosa di importante, un vero riferimento culturale.

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  14. musicaealtro ha detto:

    Bhe non se ne è andato!!!
    E’ solo andato a starsene meglio!!!!

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  15. angela attianese ha detto:

    una volta ho sciritto:
    la bellezza è un momento essenziale dello spirito.
    senza la bellezza l’ umano nn sarebbe completo.
    E come la intendo io,
    Gregorio esprimeva, produceva e diffondeva bellezza.
    Ricchezza, nn solo, di Bologna, quella che piu’ ci interessa e ci fa migliori.

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  16. Michele ha detto:

    Se so qualcosa che riguarda quel grande universo che sono i libri, in gran parte lo devo a te, unico e irripetibile baluardo di una citta’ che ha smarrito la via.Se il tuo sbarco a Bologna dalla natia Omalos (spero di non sbagliare) fosse avvenuto oggi, saresti stato considerato un profugo da rispedire al mittente.E invece hai dato piu’ tu a questa citta’, che tanti indigeni dalla vista annebbiata e dal sapere prestampato.Nessuna personalita’ istituzionale era presente alle tue esequie perdendo cosi’ l’ occasione di dimostrare l’importanza del tuo mirabile lavoro che dovrebbe essere d’esempio per una rinascita della cultura cittadina.Addio appassionato lettore e divulgatore del sapere piu’ vero,sarai sempre un’utopia a cui tendere.

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  17. Gianfranco Bertagni ha detto:

    Ciao Gregorio, sguardo dolce, sorriso leggero, sigaretta in bocca, sapiente leonardesco, umile e orgoglioso, greco, con passione distaccata, paziente e gentile anche con i clienti impreparati e stupidi, i soli libri che non avevi letto erano quelli che dovevano ancora uscire o quelli che non sarebbero dovuti uscire. Grazie.
    Un abbraccio forte, Marta. Forte.

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  18. Alessandro SImoncini ha detto:

    Apprendo troppo tardi della scomparsa di Gregorio. Negli anni degli studi mi ha insegnato mille, diecimila cose in più di tanti giovani e meno giovani vergognosi professori in carriera.
    Ma la cosa eccellente è che non ha mai pensato, nemmeno per un istante, di insegnarmi nulla. Un libraio gigantesco, un uomo libero, uno che sentivi amico e prossimo anche a distanza, anche dopo mesi, dopo anni che non lo vedevi.
    Un saluto e un abbraccio forte a Marta.

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