“IL NOBEL CARLO RUBBIA: «I NUOVI REATTORI SICURI? SOLO COSMESI»”, di Danilo Taino

Danilo Taino dal Corriere della Sera del 28 marzo 2011

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO — La crisi di Fukushima non chiuderà l’era nucleare, secondo il Premio Nobel Carlo Rubbia. Apre però una fase nella quale le idee nuove per produrre energia avranno un impatto molto maggiore. Nel nucleare ma anche in campi alternativi: non tanto i soliti solare, vento, biomasse ma tecnologie nuove, mai pensate prima. Rubbia è dal giugno scorso il direttore scientifico dell’Institute for advanced sustainability studies di Potsdam, vicino a Berlino. Si tratta di un centro sostenuto dal governo tedesco e dalle maggiori istituzioni di ricerca della Germania nel quale lavorano fisici, chimici, economisti, scienziati sociali di tutto il mondo. Obiettivo, produrre idee. «Una fabbrica di idee da mettere a disposizione di tutti, del governo tedesco ma anche al resto del mondo» , spiega Rubbia. All’istituto di Potsdam, voluto da Angela Merkel, il professore dedica la metà del suo tempo. In questa intervista, racconta come vede il mondo dell’energia dopo Fukushima e rivela tre idee piuttosto straordinarie elaborate dal super think-tank che dirige. Per quel che riguarda il nucleare, Rubbia dice che la reazione «dell’intelligentsia sarà di fare piccole modifiche, di mettere le pompe più in alto per proteggerle dallo tsunami. Ma il problema è diverso: le centrali di oggi si fondano su modelli probabilistici. I quali dicono che ci vorrebbero centomila reattori per avere un incidente grave all’anno. Invece non è così, perché la concatenazione degli eventi l’incidente lo fa succedere. Occorre passare a un modello deterministico, dove l’incidente non può accadere. Anche quando si parla di reattori di terza generazione, si parla di cambiamenti cosmetici, serve altro» . L’altro a cui si riferisce Rubbia sono le centrali a torio. Le propone da tempo ma la novità sta nel fatto che l’iniziativa di svilupparle è stata presa da cinesi e indiani. Pechino l’ha lanciata ufficialmente a fine gennaio, Delhi ha in corso studi avanzati. In altre parole, i due maggiori Paesi emergenti, affamati di energia, hanno deciso di prendere la leadership nel futuro del nucleare, prima di Stati Uniti ed Europa. Una centrale a torio — spiega Rubbia— ha i vantaggi di non produrre plutonio per usi militari, di lasciare scorie che si esauriscono in un tempo limitato— quattro-cinque secoli — rispetto all’uranio e quindi possono essere controllate e soprattutto di potere essere spenta quando si vuole. «In più— dice Rubbia— per produrre un giga watt servono tre milioni e mezzo di tonnellate di carbone l’anno, oppure 200 tonnellate di uranio 235. Ma di torio ne basta una tonnellata l’anno e il torio è abbondantissimo in natura, ce n’è molto anche nell’Italia centrale» . È questa, secondo il Premio Nobel, la strada nucleare da seguire dopo Fukushima: al momento, l’iniziativa è in mano a cinesi e indiani, i quali calcolano che il torio potrebbe garantire le loro esigenze energetiche per i prossimi 20-30 mila anni. «Piuttosto che investire 30 miliardi nel nucleare vecchio, l’Italia farebbe bene a investirne tre in questa tecnologia» , dice il professore. Le unthinkable ideas di Rubbia &C, le idee impensabili frutto dei primi mesi di lavoro a Potsdam, aprono invece territori nuovi. Eccone tre. Prima: stabilito che catturare l’anidride carbonica e metterla nel terreno non funziona — «È difficile, costoso, gli ambientalisti sono contrari» — l’idea è quella di bruciare fossili senza produrre anidride carbonica. Invece di usare direttamente il gas metano, lo si scompone in un tubo a mille gradi in idrogeno e carbonio: l’idrogeno diventa il combustibile pulito e il black carbon diventa la base di altri prodotti, dalle fibre a elementi sintetici. Seconda idea: dal momento che il petrolio non serve solo a produrre energia elettrica ma si usa anche nelle automobili, negli aerei, nei fertilizzanti, nelle materie plastiche, con cosa sostituirlo quando scarseggerà? “Con un liquido, come fanno i brasiliani con l’etanolo prodotto dalla piante— dice Rubbia—. Ma la nostra idea è di catturare l’anidride carbonica che già viene prodotta ed è già anche pagata e mischiarla con idrogeno per produrre metanolo, poi trasformabile in tanti modi, dall’etanolo all’urea, alle resine. Così l’anidride carbonica da passività si trasforma in asset» . Terza strada, i clatrati, in particolare il cosiddetto burning ice, ghiaccio che brucia. «Si tratta di una sostanza chimica nella quale molecole di acqua formano un lattice solido che racchiude al proprio interno metano— spiega il professore —. Di recente si è scoperto che di questa sostanza ce n’è un’enorme quantità nel mondo, in sedimenti profondi e nei fondali degli oceani: le stime attuali, conservative, indicano una potenzialità di diecimila giga tonnellate, un’enormità confrontata con le poche centinaia di giga tonnellate di metano e petrolio convenzionali» . Questo per dire che, dopo Fukushima, la questione energetica potrebbe non essere poi così disperata. A guardarla da Potsdam.

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Corro, leggo, scrivo, racconto. Negli anni ho svolto un percorso che ha intrecciato attività politica, professionale, didattica e di ricerca. Laureato nel 1997 in Storia contemporanea a Bologna, ho conseguito successivamente il dottorato in Storia Costituzionale e Amministrativa presso l’ateneo di Pavia e svolto attività di ricerca per l’Università di Modena e Reggio Emilia. Ho pubblicato sei monografie, curato volumi, mostre e allestimenti museali sulla storia del Novecento e pubblicato una ventina di saggi e articoli su riviste scientifiche e annali di storia contemporanea. Sono autore di spettacoli teatrali e history telling. Sono dipendente della Regione Emilia-Romagna.
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3 risposte a “IL NOBEL CARLO RUBBIA: «I NUOVI REATTORI SICURI? SOLO COSMESI»”, di Danilo Taino

  1. babyduckling ha detto:

    Andiamo, veramente come ha detto qualcuno, vogliamo farci fare le centrali nucleari da chi non sa neanche chi gli ha comprato casa?

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  2. Pingback: Nucleare alternativo? | Gemma – Abitare l'Ambiente

  3. Matteo Vitiello ha detto:

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